Danielle è ricoverata in una clinica privata dopo il terzo tentativo di suicidio. Odia sua figlia Sophie, con la quale non è mai riuscita a costruire un rapporto, autoregandosi in un mondo chiuso e sterile, senza reazioni, senza bisogni, senza fututo. La psichiatra che l'ha in cura però non vuole rassegnarsi a perderla e la convince a tentare almeno di mettere per iscritto i suoi pensieri. Tanto basta alla psichiatra per comprendere che Danielle è ancora assorbita dal ruolo di madre, a tal punto e così enigmaticamente, da considerare sua figlia come una figura invasiva nella sua attuale realtà. Il lento processo di autoanalisi sollecitato da una psichiatra viene però minato da alcune inaspettate, deflagranti visite di Sophie: così grande è l'ostilità tra le due donne, ancora così aperte si mostrano le ferite del loro rapporto, da accecare la figlia e far ricadere nel baratro della solitudine la madre...