Il film di Roberto Faenza prende spunto da un carteggio segreto, ritrovato solo nel 1977, tra il padre della psicoanalisi Sigmund Freud, il suo discepolo Carl Gustav Jung e una giovane paziente. Sabine Spielrein, una ragazza russa di origine ebrea è stata la prima paziente affetta da isteria curata e guarita con i metodi della nascente scienza della psicoanalisi. Sullo sfondo delle affascinanti atmosfere di inizio secolo e delle suggestioni culturali legate alle teorie freudiane, il film narra le turbolente vicende dell'intenso e ambiguo rapporto tra Sabine e Jung. Lo psicoanalista e la sua paziente infrangono ben presto i rispettivi ruoli per abbandonarsi a una passione tanto sensuale ed erotica quanto scandalosa e tormentata.