Eduardo doveva debuttare a Milano,al Teatro Nuovo,nel dicembre del 1948,con la pièce "La Grande Magia",ma una improvvisa malattia della sorella Titina,che aveva in quel lavoro un ruolo importante,lo costringe a comporre "Le voci di dentro" in una settimana.I suoi scritti del decennio 1947/57,sono contrassegnati dall'accusa di un certo lassismo morale,di un malcostume politico e di una dispersione spirituale e,se la critica letteraria di quegli anni continua a guardare al realismo come alla forma più immediata di denuncia,nella drammaturgia di Eduardo,nelle scelte di attore e di regista,il realismo non è mai fine a se stesso,ma si arricchisce di lirismo poetico per indicare significati ideali."Le voci di dentro" è una delle sue commedie più tragiche,quasi un processo alle brutture della razza umana che sono la causa del silenzio di Zi'Nicola.Alberto